IL CHANNELING DI AHYRNEL
RIEDITATA IN OCCASIONE DEL CORSO DI TAROCCHI EVOLUTIVI DI GENNAIO 2014, PUBBLICO QUI DI SEGUITO LA CANALIZZAZIONE - ASCOLTO INTUITIVO DEL CUORE - DA ME RICEVUTA DA UNA DELLE MIE SAPIENTI GUIDE, AHYRNEL, DONNA DI PURA LUCE, SUL VALORE E SIGNIFICATO DEL VIAGGIO DELLA SACRA RUOTA DELLE 22 LAME DEI TAROCCHI
Cari fratelli e sorelle,
da sempre siamo abituati a
considerare questi quadrati colorati come forieri di notizie belle o gravi
sulla nostra vita, li cerchiamo come indicatori di scelte, di oracoli
illuminanti quando la sicurezza delle umane vicende ci sfugge di mano e
vogliamo affidare all’esterno una scelta che invece dovrebbe essere ricercata
nelle nostre più grandi profondità.
(…) Ora sono qui per mostrarvi come
ogni singolo quadrato illustrato sia una chiave di una porta dentro il vostro
cuore e la vostra mente, dove la risposta già risiede e non voi avrete bisogno
di usare alcun riferimento esterno perché la risposta sorgerà a galla dalla
vostra mente ed illuminerà il cuore e vi aiuterà a spostarvi bene nei parametri
della vita. I Tarocchi, come voi li chiamate, sono un percorso di conoscenza
verso l’illuminazione, sono un disegno antichissimo ma sempre attuale di quelle
che sono le umane vie visibili ed invisibili. Raccontano ciò che l’Anima vive
dal momento in cui si incarna a quello in cui si stacca e ciò che si nasconde
dietro ogni angolo o ogni singolo evento.
(…) Meditate sulle carte, sui colori
e forme, ascoltate e indirizzate le chiavi che aprono il cuore e la mente e non
usate logica, andate al di là, imparate ad essere aperti e a stupirvi.
ORIGINE
DEI TAROCCHI
Quando la tradizione orale
percorreva questo pianeta, quando non esistevano scuole, gli Antichi Sapienti
hanno iniziato a condensare in immagini ciò che non poteva essere troppo
spiegato o detto. Hanno riassunto in queste immagini ciò che poteva entrare in
diretto contatto con la mente umana, conferendo ad ogni immagine un’impronta di
sogno.
I Tarocchi sono potenti perché
racchiudono in sé l’energia pensiero degli Antichi da cui hanno ricevuto il
compito di riassumere concetti altamente spirituali. Quando osserviamo una
carta, quello che ci parla è tutto l’antico retaggio umano che essi condensano
ed è quel tipo di archetipo con cui noi entriamo in contatto quando ci
approcciamo a loro. Trattiamoli quindi con molto rispetto perché rappresentano
l’illustrazione del percorso di ognuno di noi, dei nostri avi e predecessori.
Per essere ben predisposti allo
studio evolutivo dei Tarocchi è necessario approssimarcisi con umiltà e tenere
a mente che ciò che non riusciamo a comprendere è proprio quello che abbiamo
bisogno di comprendere con più urgenza. Cuore umile e mente aperta.
PRIMA PARTE - LA VIA DELL'ALTO - IDEALI E ARCHETIPI
La carta che parla di Cuore è il
numero 3, l’Imperatrice, là dove esso è frutto di 1 + 2, il Bagatto e la
Papessa , l’operatività e la conoscenza, corpo e mente, abitati da un Cuore che
pulsa sangue nelle nostre vene. Iniziamo quindi meditando sul 3, sulle sue
forme rotonde, che ci insegnano a prendere la vita con flessuosità, senza
spigolature, come fa l’acqua con la terra che anziché invaderla la aggira,
aggira gli ostacoli rappresentati dalle montagne, ma alla fine arriva comunque
al mare. Il 3 visto orizzontale è il sorriso, è un seno, materno e accogliente,
è un abbraccio.
Ci insegna che amalgamando gli
ingredienti a nostra disposizione (1+2) otteniamo un risultato, una ricetta
d’amore. Capite il miracolo contenuto in questa piccola figura? Nel piccolo c’è
qualcosa di grande nascosto, c’è sempre un macrocosmo nel microcosmo.
Ora non accusatemi di fare
confusione se ho iniziato dal 3, ma era per mostrarvi il meccanismo alla base
della Vita su questa terra, vostro pianeta che vi ospita. La Terra è il terzo
pianeta a partire dal Sole. Ci avevate mai pensato? Il 3 per voi è il numero
chiave. Il 3 dei Tarocchi è la forza femminea che rappresenta la fecondità e il
grande dono della generosità, è la forza che diede vita alla Cultura della Dea
ed è la forza verso la quale il vostro pianeta sta tornando per
evolversi. L’Imperatrice rappresenta tutte le potenzialità espresse di una
donna giovane (non solo per età), autonoma, sicura di sé e soprattutto
autocosciente, del proprio ruolo di salvatrice del mondo, fatto con amore e
accoglienza, guidata però non dal sacrificio, che è egoistico, ma dallo slancio
di risposta ad una invocazione d’aiuto, che è la generosità.
Ogni donna dovrebbe incorniciare in
casa il 3 – L’Imperatrice – e guardarselo per ricordarsi ogni giorno della
propria dignità.
L’imperatrice è Iside, moglie di
Osiride, madre di Horus, colei che intraprese il viaggio per ricostruire il corpo
smembrato del marito per dargli la pace dopo la morte. Senza Iside non c’è
continuità – il suo culto è poi stato trasformato nella figura di Maria, madre
di Gesù, la quale donò completamente se stessa nelle mani di Dio Padre. Che
ogni donna prenda spunto da questo per ricordarsi sempre della propria dignità
e non soccombere ai ricatti dei bisogni emotivi che sono frutto di antiche
ferite. Prendete spunto da qui per andare in profondità a conoscere le vostre
ferite, portateci luce, guaritele, amatele e date loro un nome. Così esse
smetteranno di sanguinare.
Ecco l’importanza del numero 3 per
questo Cerchio (nota di Stefania: il Cerchio si riferisce ad un gruppo di
amiche che frequentavo al momento della presente canalizzazione, ma è una
condizione che si ripete ogni volta che un gruppo di persone che vibrano alto
si ritrovano insieme).
Parlavamo del 3 e dell’importanza
delle donne, ora torniamo all’1, che è maschile e legnoso, rispetto al 3 che è
femminile e rotondo. Vedi i due numeri come sono diversi, opposti e
complementari tra loro.
1 è l’unità da cui tutto ha inizio,
è il seme che feconderà il 2, è lo sposo, il principio attivo che dà la vita, è
il legno dell’albero da cui nascerà il frutto grazie all’interazione del seme
che è il 2, che lo segue. Uno è spigoloso perché è essenziale, non ha bisogno
di nulla, è sfrondato perché dà tutto a tutto e tutto da lui si diparte. L’1 è
vita perché contiene tutto in sé in potenza. Questa è la giusta affermazione
per comprendere la carta del Bagatto, colui che sta, il Fuoco, colui che ha
tutto in sé in potenza, il factotum, il generatore, il creatore, il costruttore
di cose. Per questo è anche chiamato Mago, perché può creare dal nulla ciò che
vuole. Il Bagatto ha a disposizione tutti gli elementi per creare la propria
realtà, la propria Terra, è protetto, ha la Sapienza dalla sua parte, che lo
guida, perché la Papessa lo segue subito, vigila su di lui, segue le intenzioni
che il Bagatto mette nelle cose. Questo perché il Bagatto è un 1, quindi manca
di esperienza, è colui che è appena arrivato, la memoria del vivere non è nel
suo bagaglio conscio, l’ha lasciata al Matto che lo precede. E così ha bisogno
di una guida, guarda verso destra, guarda verso il futuro per agganciarsi ad
un’intuizione su ciò che verrà. Questo è l’Uomo quando voi lo incontrate,
abbiatene cura perché non sa quello che fa molte volte, ma non per incapacità
ma per mancanza di contatto con il proprio potenziale che ha davanti a sé ma
non sa come usare. Nei Tarocchi la figura maschile è sempre guidata perché al
maschile manca la metà che la Donna custodisce in sé e ha bisogno di capire
quanto sia importante sposarsi con l’altra metà per arrivare a se stesso, cioè
all’1, ma per lui tornare indietro sarebbe una sconfitta e allora fugge
pensando di salvarsi , ma quello che fa è andare indietro, allo 0, dove trova
il Matto, colui che vive perso, e si smarrisce. Con uno sforzo di volontà ha
bisogno di tornare avanti, dove incontrerà il 2, sposando il quale genererà il
3, che può affrontare tutte le prove perché è completo.
Il cammino dell’Uomo è molto più
difficile di quello della Donna. La Donna sa che nella fusione ritrova se
stessa, l’Unione Suprema con il Tutto. L’Uomo sente che nella fusione perde se
stesso perché si snatura della propria essenzialità che apparentemente gli
basta. In questa eterna fuga e eterno ritorno si snodano le umane vicende, fino
al momento in cui l’Uomo, assetato e disperato, smette di combattere contro se
stesso, depone le armi dei castelli in aria, diventa concreto, costruisce e nel
procedere incontra in modo naturale l’altro da sé e ci si fonde. È così che
entra in scena il 2, la Grande Madre e prima guardiana della Soglia della Ruota
dei Tarocchi, colei che tutto sa ed attende nel silenzio che il Destino le si
faccia incontro.
Eccoci arrivati al 2, il numero che
identifica in sé due contraddizioni, la legnosità dell’uno e la rotondità del 3
che verrà. Il 2 è un movimento verso lo sconosciuto, è il passo che facciamo
guardando verso il passato perché il viso è rivolto a sinistra, ma con una
parte si protende a destra, il domani. In sé contiene già il seme di ciò che ci
aspetta e rappresenta il coraggio di accogliere la novella di portarla avanti
nel tempo per iniziare un nuovo percorso. La Papessa lavora così. Essa è la
prima guardiana del Tempio, colei che custodisce l’Antica Sapienza, colei che
sa che non può fare tutto da sola ma attende l’azione del’1 per produrre il 3.
La Papessa è una custode che tiene in sé le energie affinchè queste non siano
mature ad essere rilasciate. Essa è l’attesa consapevole, la pazienza, lo
studio delle Antiche Leggi che ci servono come base per andare avanti. Senza la
sua conoscenza non si supera la soglia, non si va oltre. E’ una figura seria
perché conosce le leggi della Vita e ci indica che ogni processo ha le sue fasi
precise. Saltarne una ignifica vanificare il risultato. Apparentemente la
Papessa induce alla stasi, ma è un fermo salvifico, non ci è permesso muoverci
altrimenti non arriveremo da nessuna parte.
Io la sto percependo come una difficoltà
di percezione perché la sua energia è estremamente statica, invita alla
riflessione per entrare in uno stato di contemplazione, grazie al quale potremo
poi percepire quello che si nasconde dietro il velo. Essa ci invita a voler
sollevare il velo per vedere al di là delle apparenze, ma questo è uno stato
che si guadagna altrimenti la visione ci accecherebbe. Se noi avremo l’umiltà
di fermarci, di far radicare in noi il seme che il Bagatto ci ha inoculato
potremo allora rimanere gravide di Vita e generare il 3. I 9 mesi di gestazione
danno vita ad ognuno degli stadi necessari alla formazione di quella macchina
perfetta che è il corpo umano. Senza l’umiltà della comprensione di questa
semplice legge, bruceremo tutti i nostri sogni in una ridda di colori
inafferrabili. Prendete in mano l’invito della Papessa ed immergetevi nella
contemplazione del grande Mistero racchiuso dentro di voi. Nella contemplazione
dell’Amore che vi abita e ci anima, entrerete in contatto con uno strato di
Verità e Luce e Colore che vi abita e vi identifica. Usando questa Luce e
questo Colore nella Vita di tutti i giorni sarete produttivi e fruttuosi per
concretizzare ciò che gli occhi della Mente e del Cuore hanno visto, vi hanno
permesso di vedere in un quell’immenso abisso meraviglioso che è l’Animo Umano.
Come in Alto così in Basso, ciò che è dentro di voi è una fotografia di ciò che
Dio è. Siate nella pace, emettete la Pace, avrete la Pace. Il due raccoglie e
lancia fuori da sé, è lo slancio del coraggio di coloro che non temono sapendo
che le loro azioni sono guidate perché sono temporeggiate secondo il
sincronismo celeste. Imparate il sincronismo celeste, state nell’Energia
dell’Ascolto per raccogliere i doni dell’Energia Madre che tutto crea,
fecondata dall’Energia Padre 1+2=3, Padre + Madre = Creatura / Creazione.
Nell’Unione delle 2 Metà del Cielo è nato l’Uomo e la Creazione dei Mondi.
Nella contemplazione del Cuore con il lavorio e la sezionatura della Mente
nasce la nuova Gerusalemme dentro di voi. Le chiavi sono i vostri occhi che si
lasciano stupire dalla Creazione del nuovo mondo. Siete esseri meravigliosi,
fratelli e sorelle della Luce più sopraffina, è meraviglioso lavorare con voi e
collaborare alla vostra risalita al Padre. Che bello vedere come vi sviluppate
e crescete giorno per giorno, è bello contemplare le vostre anime che si
confrontano. State nella pace, state nella pace, state nella pace.
Vi volevo parlare dell’Imperatore,
siamo arrivati alla fine del primo mini ciclo, in cui si è raggiunto il primo
frutto possibile nella vita umano, il primo fiore di base, quello più
monocellulare possibile, ora dopo l’avvento della completezza del 3, della
Donna Imperatrice, immancabilmente ci viene, le viene incontro la forza
maschile, perché il vostro è un mondo di dualità e non le si può sfuggire.
Ora, l’Imperatore è un 1 arricchito,
è uno stadio maschile più elevato, perché l’uso e la messa a frutto delle
potenzialità ha generato un essere consapevole delle proprie forze, capace di
esercitarle nella materia. Il 4 è il numero legato alla Terra, alla
concretezza, il 4 costruisce. Cosa costruisce? Il 3 + 4 costruiscono la
vittoria, il 7, il Carro colui che può andare lontano, che ha operato un
miracolo attraverso il proprio discernimento. Il 4 + 1, un passo avanti, incontra
l’Entità Spirituale della Via dell’Alto, il Papa, colui che ha vissuto
l’immedesimazione nella materia con l’Imperatore, nello stadio dell’Imperatore
e da essa ha imparato a distaccarsene, ha imparato dalle esperienze della vita
a fare a meno della materia per elevarsi. Non ne ha più bisogno. Quindi
l’Imperatore è una base, come il 4 ha una larga base nella materia, è un
indicatore di stabilità e potere, è uno stadio più evoluto dell’uomo, il quale
ha imparato a fidarsi della Donna e la sente come un suo complemento
senza la quale non potrebbe esistere, né esercitare il proprio potere, che gli
deriva anche dal fatto che lei lo guarda negli occhi e lo riconosce. Lui
si sente riconosciuto, non è lui che deve riconoscere. La Donna gli dà un senso
e in nome di questo senso e della collocazione che la Donna gli dona, egli può
arrivare alla stabilità. Il Bagatto era come un figlio, un ragazzo. Attraverso
la Sapienza della Papessa che gli dà un’anima e la fusione con l’Imperatrice
che lo arricchisce, egli diventa Uomo e può da lì assurgere alla figura
successiva, il Papa, il quale rappresenta un ulteriore guardiano della Soglia.
Siamo sul limite di un'altra prova della vita. Se il potere dell’Imperatore
viene ben esercitato si arriva al Carro, altrimenti il 3 viene meno e si torna
al Bagatto, le prove ricominciano ma questa volta le opzioni positive si
trasformano in pesanti prove da cui ne usciremo solo con un grande sforzo di
volontà ed un’ enorme umiltà, perché dovremo tornare indietro in tutti i sensi.
Meditate sulle vostre vite e pensate a quando vi hanno fatto tornare indietro e
avete di nuovo incontrato la Papessa, con la sua lentezza e prosopopea, o tante
Imperatrici mascherate da false amiche che erano solo specchietti per le
allodole, belle fuori e vuote dentro. Pensate al bisogno di nutrimento che
avevate e come avete lavorato per risalire la china e riconquistare il terreno
perduto, la Terra perduta, il 4 perduto, il potere perduto. Riuscendo a tornare
al 4 significa tornare a casa, il posto che ci custodisce, la nostra vera
radice. Lo riconoscete subito quando il giro ricomincia perché è un
riappropriarsi di sé, di tutto ciò che vi ha sempre dato gioia nella vita, un
calarsi in una realtà di salvezza e di benessere. L’Imperatore è un Padre che
ci coccola e ci mostra il bastone del comando che dovremo cominciare ad usare
consapevolmente e con umiltà.
Parleremo del 5, la seconda Soglia,
e poi faremo una pausa per interiorizzare e proseguire al passo successivo che
è il 6, il test di prova per proseguire verso l’altra metà del Cerchio della
Via Alta.
Il Papa è innanzitutto lo Specchio
della Papessa e come il Bagatto si trova di fronte la Papessa come integrazione alle proprie azioni, al proprio
fuoco, si trova davanti la Terra (Toro - Papessa) rispetto al proprio Fuoco
(Ariete - Bagatto), così l’Imperatore (Fuoco – Leone) si trova di fronte il
Papa (Terra – Vergine), tutto espresso ad 1 ottava superiore. L’Imperatore ha
il problema dell’Ego e del Potere, il Papa lo testa e lo controlla affinché
queste due caratteristiche/voci rimangano di servizio e non sommergano le
chiamate dell’Alto e dell’Anima.
Abbiamo 2 espressioni maschili (1 e
4) e 2 guardiani (2 e 5) che cercano di equilibrarli. Abbiamo la nascita di 2
numeri primi
1
+ 4 = 5 – Papa
2
e 5 = 7 – Carro
Il Papa precede la prima vera prova
di attitudine a vivere con equilibrio su questo pianeta (l’Innamorato, n. 6),
il Carro è il risultato del test, se è stato superato.
5
+ 7 = 12 – L’Impiccato
Tutto porta all’umiltà e umiltà è
una parola chiave del Papa, il quale ha vissuto le fasi precedenti di
immersione nella vita e nella materia, le esperienze lo hanno arricchito e ora
può guidare. Il Papa è avulso dalla realtà materiale. È un guardiano, e come
tale solo deve essere considerato, il 5 è un numero primo di primaria
importanza perché anche lui è iconograficamente e graficamente misto, prende e
trasmette a chi lo segue, indica una guida, qualcuno che raccoglie in sé per
distribuire. La sua distribuzione è a prescindere, il risultato non lo interessa,
il Papa non guarda chi lo ascolta, per lui è importante divulgare il messaggio
che ci sono forze superiori a noi che ci aiutano nel viaggio, se avremo
l’umiltà di ascoltarle ci porteranno lontano. Il Papa non è condizionato dal
risultato, le sue parole sono sparse per chi le vuole cogliere, a prescindere,
e non si preoccupa del risultato. Instilla i semi per svegliare gli ascoltatori
e metterli in grado di superare gli ostacoli di una scelta equilibrata che si
farà nel passo successivo nel 6, colui che raccoglie ciò che ha seminato.
Il Papa deve essere guardato come
distacco e centratura ed è questo che ci insegna, eleviamoci, distacchiamoci.
Il Papa dice: porta il tuo messaggio
e non preoccuparti di altro.
L’Appeso, il 12, l’1+2 del suo giro,
questo a volte siamo quando vorremmo fermare il processo in corso. E’
necessario staccarsi da questo sentire basso, è solo stanchezza perché ci si
trova in un momento di grandi cambiamenti e mutazioni, ma non siamo soli,
possiamo trovare la forza e la pace
dentro di noi, nell’ascolto della Voce Interiore di Luce. L’importante è non
volere fermare questo meraviglioso processo / scambio tra noi ed il mondo
interiore, è importante andare avanti, sapendo che i nostri Fratelli di Luce si
prenderanno cura di noi. Possiamo rilassarci e
abbandonarci. Vi arriveranno
sogni e messaggi a dirvi che i tempi si stanno avvicinando, che i
miracoli avverranno per tutti, che molti veli cadranno, non scoraggiatevi
proprio ora.
Questo è un passaggio molto
delicato, quando si arriva nel 6. Il vostro sentire equivale al viaggio delle
carte. Vi trovate nel 6, nell’Innamorato, avete visto come siete arrivati ad
essere Papa, ora è il momento di passare oltre e ce la potete fare se vi
staccate dal mare emotivo. Ogni giorno può essere un test, ed ogni volta potete
sentire sulla pelle cosa significa essere l’Innamorato, che alle spalle ha
l’esperienza del Papa, ha il cammino dall’1 al 5, e grazie ad esso è in grado
di mettere a fuoco la giusta scelta, sapendo che così passerà oltre e vincerà. L’Amore
qui è chiamato in causa perché Dio lo sostiene alle spalle, lo ispira e lui
deve attenersi alla propria voce interiore per imparare.
Quando vi trovate scissi di fronte a
due cicli, uno che sta per concludersi e un altro che sta per nascere, siate voi
stessi in entrambe le situazioni finché il processo non è completo. Siate voi
stessi sempre, con la vostra bellezza ed il vostro sorriso, e non fatevi
abbattere né scoraggiare. Con i vostri tempi e la vostra energia e l’aiuto
degli Amici Celesti intraprenderete il percorso che vi porterà vincitori fino
al passo successivo. Ecco com’è l’Innamorato. E’ importante alimentarsi del
percorso fatto finora per andare avanti più ricchi affinché le prove e le
tentazioni di retrocedere non ci sfianchino più. Questo è il significato
dell’Innamorato a livello evolutivo.
Il 6 è una forza che tutto trattiene
in sé e fa difficoltà a lasciare andare. Dopo questa forza, ci troviamo nel dominio del 7, che per la sua
importanza e livello numerologico e di Tarocco, divideremo in due parti.
Intanto il 6 è come un’antenna che
capta ed introita in sé, prende e macina, rimugina e costruisce ma non
comunica, non disperde, non rilascia, accumula fino a scoppiare nel 7, che è
apertura.
Il 6 svolge un’azione passiva di
accumulo. Se guardiamo la Lama dell’Innamorato, la n. 6, in essa tutto è
movimento circolare che porta all’inazione, se la scelta è sbagliata: tondo è
l’alone di luce in cui è rinchiuso l’Angelo, l’Innamorato si muove tra due, una
donna si muove verso di lui e pure l’altra, per perorare la propria causa
presso l’Innamorato e fargli effettuare la scelta. L’Innamorato è quasi
passivo, preda delle motivazioni delle due questuanti o donne che motivano il
perché dovrebbe scegliere una piuttosto che l’altra. È un movimento piccolo e
impercettibile ma fondamentale per l’avanzamento del cammino. Ed è
catartico perché il 6 deve scoppiare per aprirsi e generare il passo
successivo, il successore, il 7 che guarda in faccia il proprio passato ma si
slancia già verso il futuro. Il segreto per non arrivare ad un deragliamento
emotivo del 6 è aprirsi con fiducia, dietro ispirazione dell’Angelo, e
partorire dolcemente la scelta, partorire dolcemente l’Amore verso se stessi,
perché è l’amore verso noi stessi e la nostra dignità che farà sì che la scelta
sia giusta per noi in quel momento preciso. Con un parto dolce nascono figli
sereni, noi saremo figli sereni di noi stessi partoriti dal nostro nucleo con
Amore, avremo introiettato in noi la Sapienza del Papa che deriva
dall’autorevolezza dell’Imperatore, che si nutre dell’indipendenza
dell’Imperatrice, che si basa sulle conoscenze della Papessa che prendono
spunto dall’intraprendenza del Bagatto. Così sappiamo chi siamo, cosa ci spinge
dietro, la catena d’Amore che ci lega a tutti gli aspetti della nostra anima e
personalità sono lì, a faccia scoperta, a giocare con noi un nuovo ruolo. E’
come vedere 6 personaggi uno dietro l’altro, tutti facenti parte dello stesso
essere. Ed è con questa consapevolezza che noi saliamo sul Carro, e possiamo
tenere in mano le redini della nostra vita.
Il 6 è per verificare il grado di
maturità, il 7 gli fa riferimento per andare oltre e si radica nel passato per
saltare nel futuro, ha poca radice nel presente, è un passaggio. Per questo
motivo per i Maya rappresenta il canale, perché è un momento in cui le azioni
più che mai dipendono da ciò che è venuto prima e il loro risultato non sarà
visibile se non nel lungo termine. Il Carro è un mezzo di trasporto che porta
lontano, non è un risultato immediato, è come il quinconce in astrologia, un
aspetto planetario che parla di una vittoria conseguita nel futuro, frutto di
un comportamento concentrato verso un obiettivo. Non bisogna confondere il
Carro con la vittoria immediata. Il Carro ha alle spalle tribolazioni e prove.
Per questo è un Trionfo, perché chi ci arriva se lo è decisamente guadagnato.
Per lo stesso motivo troviamo un altro guardiano subito dopo, perché dopo tanto
successo, la testa potrebbe prendere il volo e quindi la Giustizia è una
fermata obbligatoria per metterci di nuovo alla prova. Come vedete, nei
Tarocchi la storia dell’Uomo è la descrizione della costruzione di un argine in
cui incanalare la forza che dentro ci inonda e fluire così con l’energia
dell’Universo. Se tenete a mente questo e leggete la vostra vita con questi
occhi, capite il perché di tante cose, di tante prove, di tanti arresti subiti
dall’energia. Capite quanto sia necessario stare fermi per permettere che
l’argine sia alto abbastanza da contenere tutto quello che abbiamo dentro senza
che questo venga disperso. La dispersione è il pericolo maggiore. Per non
disperdersi bisogna radicarsi, produrre, divulgare, vivere dentro ciò che si
sta producendo, divenire quella nuova consapevolezza che si è appena prodotta.
Così si comprende il senso della Vita, il senso profondo di questo
insegnamento.
Ora parliamo dell’8, di cui ormai a
livello simbolico sappiamo molto. Quello che c’è da aggiungere è che 4 + 4 = 8
– le due Terre generano l’Infinito – ma quali sono le due Terre – passando per
il Bagatto alla Papessa all’Imperatrice all’Imperatore abbiamo un mini-ciclo di
sapienza e crescita a livello umano – un raggiungimento di stato – una
mini-storia, un primo ciclo, un primo livello. Se lo ripetiamo il livello si
alza, come quando ricominci il giro dello Zodiaco, come quando ricominci il
ciclo del Castello dei 52 anni del Computo maya. In questo caso ci sarà un
Bagatto evoluto che si fonde con una Papessa fluida e solida, da cui nasce
l’Imperatrice/Iside completa, pronta per il proprio sposo Imperatore/Osiride,
quindi un megaciclo evoluto che sfocerà per forza di cose, per richiamo
energetico, nell’8, cioè nell’∞, nell’Infinito .
Questa è la vera equazione dell’8, è
un secondo tentativo di varcare la soglia, è il superamento dell’aspetto astrologico
dell’opposizione, quando le due forze che si respingono si integrano infine. E
siccome prima c’è stato un giro a vuoto, il questuante questa volta non si fa
sfuggire l’occasione e ce la mette tutta per superare se stesso e vincere la
partita.
Gli 8 hanno alle loro spalle un
tentativo fallito e rischiano di rimanere incagliati in quel fango, ma molti
hanno la consapevolezza di ciò che possono diventare e ce la metteranno tutta e
ce la faranno.
Cambiate l’idea che avete di voi
stessi, come dice Gregg Braden, e cambiate di conseguenza la realtà.
State dove siete e stateci bene. La realtà, la vostra realtà faticosa
e densa a volte può essere molto usurata, la trama sfilacciata e ci sono enormi
dispersioni. Allora, per guarire, imparate a dare per quello che ricevete – se
vi viene chiesto tanto, voi date tanto e portate con voi la vostra regalità,
non scendete di livello – insistete su questa posizione di equilibrio statico,
in cui date e prendete, state nella regalità ma con umiltà – come la Giustizia,
che rappresenta l’Equilibrio Regale del dare e avere ed il mantenimento della
propria autorevolezza. Ci può essere stato uno scatto profondo in voi in merito
a questo, ma ancora non avete portato dentro il cambiamento totale, la mente
ancora si ribella – ma ci state arrivando. Guardate la Giustizia, terzo
occhio/intuito, presenza/autorevolezza, Equilibrio regale/potenza – guardiana
della soglia. Prima di procedere oltre dovete guardare in faccia la vostra
realtà reale – rimanendo dove siete e sostenendo lo sguardo della Giustizia con
la Purezza di cuore e intenzioni, passate oltre.
Ora siamo arrivati alla fine di un ciclo – siamo
arrivati alla carta n. 9 – L’Eremita.
Sia la Giustizia che l’Eremita sono
carte lente, che richiedono tempo – esse parlano del tempo necessario per
arrivare ad una meta – la Giustizia nel senso che prima o poi nel tempo c’è un
conto che viene presentato, ma non nel senso cristiano/cattolico di colpa da
scontare, ma nel senso che le scelte ti portano prima o poi a fare i conti con
te stesso, verso te stesso – l’Eremita parla di tempo nel senso che -1)
Bagatto- dopo che hai deciso di iniziare e -2) Papessa- ti metti nella giusta
direzione, -3) Imperatrice-, trovi il modo giusto, -4) Imperatore- per ottenere
stabilità e benessere, e ora -5) Papa- ti permetti di guardare verso l’alto,
così che non è più solo la materia a preoccuparti, non è più il sostentamento,
ma anzi -6) Innamorato-, sei guidato verso una scelta più consapevole e -7)
Carro-, che ti porta ad un cambiamento grande sia dentro che fuori, -8)
Giustizia- e così riesci a fare le cose giuste al momento giusto, 9) Eremita,
rendendoti conto che l’unica cosa che importa è l’intenzione da riporre in ogni
singolo gesto, la pazienza di attenersi ai cicli della materia, mai prima né
dopo. Solo attraverso l’attesa che il frutto sia maturo, solo nella
consapevolezza che DIO NON ARRIVA MAI IN RITARDO (Toro Bianco), solo così,
seguendo la legge dell’Eremita, noi possiamo essere in grado di attingere il
distacco necessario per tuffarci nel caos della RUOTA e arrivare ad un nuovo
ciclo che ci permetta di guidare la nostra vita.
Due parole sul numero 10. Egli
deriva dal suo predecessore, il 9 che chiude il ciclo dell’Essenza e dà vita
allo sdoppiamento, la seconda possibilità, o meglio, LA POSSIBILITA’, intesa
come incarnazione, completamento del ciclo iniziale 1 – 9 e coagulazione delle
idee espresse in esso, in potenza. Ora nella possibilità, la potenza prende
corpo, si incarna e diventa evento, diventa vita, l’Uomo si mette alla prova
nell’esperienza. Il 10 è quindi inizio di un ciclo superiore non per livello
energetico ma per coraggio dell’anima che abbandona il recesso pacifico per il
caos del mondo duale. E subito in questa discesa incontra la massima sfida, gli
istinti, la parte bassa a lei finora sconosciuta, che se non viene domata, ti
doma.
Il 10 in realtà è microcosmo che
contiene in sé sfida e soluzione. La sfida è il pericolo di farsi trascinare
dal giro della Ruota, la soluzione è l’indicazione contenuta in questa Lama che
arrivare al centro è la lezione da imparare per uscire dal ciclo, per tornare
da dove si è venuti o meglio per essere centrati in mezzo al caos.
Qui la Fortuna viene intesa come
sorte, va bene o va male, fortuna come occasione per imparare, fortuna come
possibilità di apprendimento profondo delle umane vicende. Anche qui c’è la
possibilità di andare e di tornare, e qui si parla pure di tempo, di cicli e
dell’assoggettamento di questo mondo sublunare alle leggi naturali, senza
osservare le quali non si può vivere. La Ruota non prevede distacco ma insegna
la maestria di rimanere fermi mentre tutto intorno a noi scorre, è
l’accettazione della Vita stessa ed esprime il nostro legame con essa.
Accettazione della nostra natura umana e mortalità, che troverà il suo
completamento nella Forza e nell’Appeso. Da adesso in poi le vicende diventano
estremamente complesse perché si entra sempre più nel profondo
dell’invischiamento materico e non vige più solo la legge spirituale
dell’Archetipo Assoluto, ma esso prende forma fisica e ogni suo gesto ha una
conseguenza ben precisa nell’ambiente circostante. Si entra nel Mondo, da cui
si uscirà con la carta del Mondo, dopo che, avendo accettato tutto ciò che ci
serviva per affrancarci, possiamo lasciare tutto, perché siamo diventati tutto,
ci siamo arricchiti, e così facendo, avendo integrato in noi il principio, lo
lasciamo per imparare dell’altro.
Se state nell’ispirazione e
nell’ascolto potete viaggiare a grande velocità in questo processo di crescita
attraverso le Lame dei Tarocchi. Sistemando man mano e mettendo a frutto tutte
le energie che si stanno modificando dentro di voi, vi concentrate a dare il
giusto posto ad ogni singolo pezzo per poter essere così centrati
sull’equilibrio interiore. Questo è l’atteggiamento espresso dalla Forza, la
quale assume una postura di fermezza e autorevolezza, avendo raggiunto un
elevato grado di autocontrollo, che non è auto-repressione, ma autorevolezza e
grandezza dentro di sé, riuscendo a vivere il mondo emotivo ed istintuale con
distacco, riuscendo a vincere sulle pulsioni e ad uscire trionfatrice
dall’ultima battaglia, quella contro il proprio lato ombra, che ombra non è, ma
è luce coagulata e densa perché rappresenta l’opportunità di elevarsi.
Attraverso la parte bassa
raggiungiamo l’Alto, vedi che la Forza condensa in sé l’Universo intero, il
concetto di dentro e fuori, di sé = altro da sé, di integrazione del lato
oscuro, di collegamento all’Infinito e contatto con la Madre, quindi canale di
comunicazione tra i due emisferi, così come il cappello rappresenta il cervello
e l’energia che circola tra i due emisferi. Così come il cerchio che la Donna e
il Leone, la Bestia, formano, danno vita ad un grande circolo energetico che
crea un campo magnetico, quindi due polarità antitetiche che si attirano formando,
coagulando, un loro mondo e tutto ciò che questo rappresenta, non per niente la
Forza 11 è il secondo gradino dell’1 che trova la sua finalità nel Mondo, il
21.
Quindi l’1 – Bagatto ha tutto in
potenza
l’11 – Forza ha messo a frutto gli
strumenti e crea
il 21 – Mondo che è la maturazione
di ciò che abbiamo seminato in precedenza.
Del resto l’11 è uno dei due numeri
sacri che non si fonde nel 2, ma mantiene una sua identità precisa di
sdoppiamento dell’opportunità. Ci sarà sempre una seconda chance, una seconda
vita, una seconda possibilità, un dopo a qualsiasi cosa abbiamo già fatto, ma
ad un livello più elevato di quello precedente. Se a questo punto l’11 si
fondesse diventando 2, non creeremmo una nuova opportunità di elevazione, ma
un’integrazione di contenuti che ci metterebbero davanti ad un lungo cammino di
autoconoscenza.
Per ottenere il 2, deve essere l’1
che decide di dare un senso a se stesso. Ma l’11 non ha senso in questo senso, l’11
si definisce da sé. Trova il suo senso lo trovo nel cambiare registro alla
vita, regolando le energie in entrata ed in uscita fino ad alzare autonomamente
il livello energetico di una persona, affinché a questa arrivino eventi che la
facciano svoltare.
Questo è l’11, che è una semi-fine
che preclude ad un nuovo inizio. Esso ci spalanca le porte del Mondo con
l’ingresso nella densità, sulla Terra, dove si impara la comprensione,
mantenendo sempre la speranza, il desiderio e l’anelito di incontrare il Mondo
alla fine del viaggio, la piena autorealizzazione.
SECONDA PARTE - LA VIA DEL BASSO - EVENTI E UMANE VICENDE
Parliamo del secondo giro, della fine di un mondo, quello delle Idee,
del mondo dal quale l’Anima si affaccia per guardare giù e curiosare tra i vari
aspetti della realtà densa della materia. A volte l’Anima è spaventata, perché
sente che potrebbe essere in trappola, racchiusa dentro la materia, stato in
cui non le è permesso volare velocemente da un mondo di coscienza all’altro. Ma
soprattutto è spaventata perché sa che non ricorderà la sua origine, la Fonte
del Tutto e che soffrirà la solitudine del distacco. Dovrà riconoscere e ha
paura di non riuscirci. Dovrà imparare nuovamente a fare tante cose e ha paura
di cadere lungo il percorso, di smarrirsi nei mille sentieri di possibilità
della materia. Ma soprattutto ha paura di non riuscire ad amare e vivere quell’Amore
totale, unico e meraviglioso in cui è immersa e che le è imprescindibile, come
un fascio di luce che fuoriesce dal cuore e nutre lui e tutto il suo
circondario.
Questo è l’Appeso, colui che vorrebbe ma non se la sente, che è
trattenuto dalle proprie paure nell’intraprendere l’azione di vivere.
La sua numerologia lo porta a stretto contatto con l’Imperatrice, il
3, di cui è la somma – l’Appeso è la nota densa del principio archetipico
dell’Imperatrice. Mentre questa è la realizzazione in Cielo dell’Anima che
fuoriesce dall’incontro delle possibilità (Bagatto) con la saggezza (Papessa),
l’Appeso è la nascita in un mondo in cui queste possibilità si concretizzano,
ma ancora non sono, e la saggezza è nascosta (12) e contenuta nella somma (3),
come se le proteine che formano il nostro corpo nell’Imperatrice sono già
entrate nell’organismo mentre nell’Appeso devo ancora mangiarle. Quindi fare la
fatica di procurarmele, prepararle per l’ingestione, digerirle e permettere
loro di formare il mio corpo.
Questo è un processo che si riscontra in tutte le carte del giro della
densità, perché in esse è insita l’azione da portare avanti, che nella
corrispondenza alta è invece implicita.
A questo livello siamo nella fatica di vivere, di farci l’esistenza,
passo dopo passo, sforzo dopo sforzo, così come l’Appeso si sforza nel
mantenere la sua posizione senza essere vittima delle oscillazioni che lo
farebbero sentire smarrito. Ha bisogno di mantenere l’equilibrio ma
ovviamente è uno stato estremamente precario. La sua posizione non è in Cielo
né in Terra ed è così che si sente, né capace di adattarsi alla vita densa, né
capace di poter tornare indietro. Lui è la sospensione e tale rimarrà finché
non si farà scivolare nel Finito ed incontrerà la Morte. Lui che simboleggia
l’ingresso alla Vita sul piano denso, incontra la prima legge della Terra,
quella del decadimento e della fine.
Accettando la propria fine, che tale non è, ma cambiamento di stato,
comprendendo i cicli da cui proviene, accetta la sua nascita, si incanala nel
tunnel ed esce alla Luce. Del resto la Morte è equiparata a Saturno, che nel
corpo fisico governa le ossa, di colore bianco, luce condensata.
Ora è arrivato il momento di mettere nero su bianco le informazioni
relative a questa carta così semplice e complessa. E’ semplice perché va in una
sola direzione, ma è complessa perché comporta scelte drastiche che pongono
fine a miriadi di programmi umani comunemente intesi.
Fate un respiro profondo per entrare in questa visione.
La Morte, così com’è intesa tradizionalmente, è la forza che porta a
compimento un ciclo, una vita, un’esistenza, un processo, un divenire.
In questo contesto che stiamo illustrando, essa vuole rappresentare la
polarità bassa dell’Imperatrice, dove questa è il frutto e quella il suo
contraltare, la Fine. Il frutto è giunto a maturazione e ha portato a
compimento il processo. Non per niente 1+3 = 4, numero della Terra, è la
valenza della completezza dell’Imperatrice. Quando l’Imperatrice esaurisce il
proprio compito, così la Morte entra in gioco mettendo in azione l’elaborazione
del prodotto. E’ la Manifestazione dell’Io compiuto su questo piano. Manifesta
l’avvenuta presa di consapevolezza di un processo di crescita che è iniziato
quando gli archetipi della Perfezione, 1 + 2, Bagatto e Papessa, si sono
sposati, portando a compimento l’Unione Alchemica ed hanno dato vita alla
Trinità, allo sviluppo di una coscienza Alta, in contatto con Dio. La
Manifestazione del Prodotto di questa coscienza è l’Imperatrice, la sua
avvenuta maturazione. Quando siamo in
grado di vivere, diventare luce della coscienza materializzata, ecco che
incontriamo la Morte. E’ scarna, perché è la nostra Essenza, miete re e gente
comune perché non conosce dualità, è vicina a Dio, è spietata perché ha il suo
disegno/matrice dentro e solo questo segue, perché ha il potere della
concentrazione per il conseguimento
dell’obiettivo che è proprio la Manifestazione della nostra Essenza nel Qui e
Ora. Ecco perché è associata al cambiamento. Entra in gioco quando la presa di
consapevolezza non ci fa più stare dentro la forma che avevamo fino ad un
minuto fa. Ecco perché taglia e miete. Ci distacca da ciò che ormai non ci
appartiene più e ci prepara/pulisce la strada verso un domani/presente/futuro
che è immanente ed E’.
La Morte è ferma e salda sui suoi conseguimenti, ma si muove ed è
flessibile e sinuosa verso l’aggiustamento del focus, onde integrare ulteriori
lampi di chiarezza in arrivo subito dopo.
E’ il momento di preparazione della nuova coscienza ad entrare in
contatto con il mondo delle forme che abbiamo precedentemente ideato,
desiderato, pianificato, secondo quanto lo Spirito ha ispirato in noi,
sussurrando all’orecchio.
L’insegnamento della Morte è: concentrazione, essenzialità, senso di
unità, libertà dal giudizio, disciplina e manifestazione di un proposito
superiore.
Il XIII è un numero sacro perché è una via segreta per arrivare alla
concretezza, è lo Spirito Santo incarnato, che acquista un corpo fisico in
questa dimensione, è Cristo, è l’Avatar, è la Manifestazione di Dio nel Qui ed
Ora.
La paura a cui è sempre stata soggetta è legata alla dualità, è legata
alla chiarezza che affrontare il cambiamento richiede, la lucidità che sfiora
la pazzia nell’analisi della situazione umana che va estirpata se non ci si sta
più dentro. La paura è legata al senso di finito che ogni umano ha nelle
cellule e che non riesce a trasformare in nuovo inizio, nuova nascita.
Ora, mia cara, la Temperanza.
Questa è una carta di Resurrezione.
Il Mondo delle Idee è rimasto al di là del Velo, l’Anima ha preso una
forma, è entrata in un contenitore (Appeso) ed ha assaggiato il senso del
Limite e del Finito (Morte).
La Temperanza rappresenta il momento in cui la persona, la coscienza
contenuta in un corpo, accetta la sua incarnazione perché la vede come una
fonte di esperienza che poi la riporterà nella leggerezza da cui proviene.
Non solo: questa è la carta dell’Alchimista, perché mescere i liquidi,
lo scambio tra i liquidi ci fa intravvedere la possibilità della dissoluzione.
Ad ogni passaggio il liquido perde qualcosa di sé e diventa altro, mescolandosi
con l’altro liquido. Raffinamento, dissoluzione: si perde il senso
dell’identità e si diventa altro. E qui ci sono due strade: la strada dell’Alto
e la strada del Basso. Entrambe finiscono nell’Arcano successivo ma a due
livelli diversi: l’accettazione
dell’incarnazione da parte della coscienza porta la persona ad
immedesimarsi definitivamente nella densità
della Terra.
Il secondo livello (strada del Basso) è quello della coscienza che,
entrando nella materia, dimentica totalmente, si addormenta completamente e si
identifica solo con l’ego. Qui non c’è storia, c’è solo materia, ruolo di
vittima o carnefice, richiamo della carne, bassezza. Questa è la posizione che più ci espone ai
risvegli della Torre.
La 15, il Diavolo, è Lucifero, è il grande Portatore di Luce, è
l’Intelletto sublime che vuole essere più grande di Dio, è la presentazione
della logica mentale, è la freddezza dei sentimenti in nome di un lucido
controllo. E’ il controllo totale della realtà perché non crediamo in nulla di
spirituale più grande di noi. Ci identifichiamo solo ed esclusivamente con una
dimensione visibile e ci reputiamo grandi e padroni del nostro mondo. Ecco
perché c’è la Torre dopo, che è la nostra salvezza, colei che ristabilisce le
misure. La Torre si rifà all’antico mito della Torre di Babele, il tentativo
dell’Uomo di ergersi al pari di Dio. In realtà l’Uomo è come Dio, Dio è dentro
l’Uomo, l’Uomo è un Microcosmo. Uomo e Dio sono PARI. Quello che è sbagliato è
il modo in cui si vuole assurgere a quella posizione. Nel Diavolo è
l’Intelletto che si vuole mettere al pari di Dio, mentre Dio sta nel cuore
dell’Uomo. Se l’Uomo creasse solo dall’Intelletto, si andrebbe a finire molto
male, preda di denaro ed arrivismo, di potere fine a se stesso. Bilanciando
Cuore ed Intelletto si arriva all’equilibrio perfetto.
Ma prima è necessaria la
Torre, che riporta a zero la situazione. La Torre è il reset totale di quello
che abbiamo fatto finora. Si riparte. La tempesta arriva e porta via il
superfluo. Si riacquisisce la Pace nel Flusso del Cosmo delle Stelle, dove
avevamo iniziato il viaggio di comunione con il Tutto. Torniamo completamente
nudi a riprendere in mano la nostra vita, angelicati, purificati, dopo i forti
eventi che l’attraversamento dell’ego ci ha procurato. Siamo pronti per un
nuovo ciclo , nuove prove ma con risultati sempre migliori, perché la Vita non
cambia le sue modalità, ma siamo noi che cambiamo atteggiamento di fronte alle
solite modalità della vita.
Questa è l’ultima parte della Ruota, il capitolo finale del libro, ciò
che parla di Tutto Ciò Che E’, perché sono gli Archetipi più elevati della
Natura Umana, la Trascendenza, l’Uscita dal Corpo, il Completamento, il
Raggiungimento della Quintessenza.
Iniziamo dalla Lama delle Stelle – il flusso cosmico. Questa carta è
una mappa stellare dei percorsi dell’Anima. Si parte da una delle sette stelle
per giungere in questa dimensione, fare esperienza e arrivare alla comprensione
che l’esperienza stessa è fine a se stessa, non siamo ciò che stiamo attuando,
ma stiamo imparando. Come quando impariamo un nuovo sport, noi non siamo quello
sport, esso è solo un mezzo per fare un’attività e raggiungere un beneficio
fisico. Finita la partita, noi torniamo a casa. Meglio avremo fatto pratica,
meglio sapremo giocare, più divertente sarà il gioco. Sceglieremo sempre
partner diversi, finché non identificheremo il partner più divertente, o che
riterremo alla nostra altezza.
Le sette stelle sono le 7 qualità planetarie che l’Anima ha
dimenticato di avere durante la sua discesa nella densità e che dovrà
recuperare attraverso il processo di risveglio – come descritto nel
procedimento alchemico di dissoluzione e coagulazione.
Questa mappa stellare diventa leggibile solo dopo aver attraversato le
vicende umane, le elevazioni e le cadute dell’ego, che portano alla
disidentificazione della personalità e ci riconnette con il disegno dell’anima.
E’ l’uscita dal tunnel, è la fine del dolore dell’attaccamento al passato.
Allontanando il passato, noi lo possiamo integrare, così sparisce il
conflitto. E’ una posizione molto ultra-umana, perché è totalmente avulsa
dall’ego.
Per questo qui regna la Luna, che è il regno dell’Oscurità e della
Confusione. In realtà buio e confusione vengono percepiti dalla mente, perché
questo non è il suo campo. La Luna mette fuori uso la mente, le crea una
barriera perché non possa interferire, apre una finestra d’azione per
l’intuizione, la sensibilità e il cuore. Questi tre strumenti ci permettono di
passare attraverso un sereno processo di integrazione di ciò che ci spaventa
perché non giudicano in base alla dualità giusto/sbagliato, così si procede
oltre per entrare nella Pura Luce.
Siamo arrivati alla Lama 19 – abbiamo appena percorso le tappe 17 – 18
-19 e numerologicamente siamo nell’8/9/10 – la fine e l’inizio di un giro di
vibrazione superiore. Siamo nell’illuminazione. Le ultime 3 Lame, Sole,
Giudizio e Mondo sono i tre scalini superiori del corpo umano – cuore (Sole),
gola (Giudizio), terzo occhio (Mondo).
La corona è il Matto – connesso ai regni divini.
Queste tre Lame descrivono il processo di illuminazione, risveglio e
realizzazione. Il simbolo principale che si ritrova è il cerchio, il ciclo
continuo, Ciò Che Non Ha Mai Fine. E’ il respiro eterno dell’Universo, del
Multiverso, di ciò che va e poi torna. Sono i misteri che possono essere
compresi dopo aver varcato la soglia della città della Luna. Come tali, ora non
dirò altro – per permettere al lettore di sviluppare la sua intuizione,
lasciando ulteriore spazio alla crescita individuale all’interno di questi
archetipi, che verranno da me trattati a tempo debito.
E così è.
Ahyrnel per voi
Stefania Ashtalan Marinelli